Monastero di Settefonti

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IERI

Toponimo

Calanchi dell’Abbadessa, Santa Lucia

Ecclesia sancte Cristine positam in loco de Septifonte, ubi dicitur Pastinum

STORIA E DESCRIZIONE

Nel 1097 con la donazione della chiesa di S. Cristina di Settefonti viene fondato il monastero di Settefonti: due anni più tardi, infatti, nel 1099, un documento ricorda la presenza di monache e di una badessa. I documenti ci dicono che il monastero si trovava nel plebanato di Pastino e nella curia di Settefonti.

Il monastero è famoso per la beata Lucia da Stifonte, che fu badessa fra gli anni ’40 e ’50 del XII secolo; la fama di Lucia crebbe così tanto presso il popolo che nel 1513 il monastero modificò il suo nome in Santa Lucia di Settefonti. Era però già stato abbandonato: nel 1245, per motivi di sicurezza, le monache si trasferirono a Bologna nel nuovo complesso di S. Cristina della Fondazza. A Settefonti rimase la tomba della beata Lucia, fino a quando nel 1572 le sue ossa vennero trasferite a Sant’Andrea. Il monastero cadde in rovina, anche se la chiesa viene ricordata come esistente fino al 1756; nel 1769 il parroco di San Pietro di Ozzano ci dice che venne demolita.

Oggi non c’è più la struttura del monastero, rimane un pilastrino in via del Pilastrino, località Santa Lucia e podere Foiano, dove è presente l’azienda agrituristica Dulcamara: la via è così chiamata perché lungo il suo percorso si trova il pilastrino che ricorda la leggenda della beata Lucia di Settefonti, badessa del monastero. Il pilastrino fu collocato la prima volta nel 1679 dal nobile Paolo Fava, canonico della chiesa bolognese, con un’iscrizione che ricorda il suo antenato Diotagora Fava, identificato come il cavaliere della leggenda. Il toponimo Santa Lucia, che si trova nelle carte ottocentesche, consente di collocare il monastero tra le colline, non lontano dal torrente Idice, nella zona meridionale del comune di Ozzano.

Fra i calanchi, ancora alla fine del Settecento, si vedevano “un arco con un brandello di muro adiacente e le fondamenta che mostrano la pianta solo della chiesa e di una piccola sagrestia”; il monastero aveva numerosi beni posti nelle curie di Ciagnano, Monte Arligo, Settefonti, Castel de’ Britti e Medicina e, fra questi, anche la ecclesia s. Andreae e due mulini.

BIBLIOGRAFIA

– Serafino Calindri, Dizionario geografico…. della Italia, Bologna 1781-1785,vol. V, pp. 133-158, s.v Stifonte

Ozzano dell’Emilia. Territorio e beni culturali, Ozzano dell’Emilia 1985, pp. 193-196, scheda n.105. 

http://sagrabadessa.altervista.org: La leggenda della Beata Lucia e del cavalier Rolando

– Ignazio Danti, Bononiesis Ditio, 1578-80; Vaticano, Galleria delle Carte Geografiche (Roma)