Area urbana, quadrante nord-orientale, subito a nord della via Emilia
Scavi Edoardo Brizio 1890-92, Scavi SABAP-BO 2006
I primi rinvenimenti archeologici relativi al foro risalgono alla prima grande campagna di scavo che Edoardo Brizio realizzò a Claterna, sebbene la sua identificazione in quanto area forense risalga alle più recenti analisi compiute da Jacopo Ortalli.
Brizio intercettò ampi tratti di superfici acciottolate. Non le riconobbe come particolarmente significative, tanto è vero che fece praticare un saggio di scavo in profondità alla ricerca di un ipotetico basolato stradale; fu trovata, invece, una massicciata in ghiaia, direttamente impostata su un banco di argilla naturale. La stratigrafia della pavimentazione del foro è stata chiarita meglio con gli scavi più recenti: grazie ad una trincea trasversale, furono portata alla luce una successione di due livelli di calpestio in ciottoli (quasi certamente, gli stessi già individuati da Brizio, ma non riconosciuti), separati da un potente livello in terra.
Ritenuto in passato un semplice spiazzo posto ad allargare la via Emilia in prossimità dell’incrocio fra cardine e decumano massimi, eventualmente delimitato da un lastricato in arenaria, il foro di Claterna si dimostra in realtà molto ben strutturato architettonicamente, come risulta dalle più recenti indagini, ma come sarebbe potuto emergere già con gli scavi ottocenteschi se Brizio non fosse stato convinto di trovarsi di fronte a qualcosa di completamente diverso; lungo il lato a nord del piano acciottolato fu, infatti, intercettata una zona in lastre di arenaria che portava, ancora più a nord, su una fascia formata da ambienti delimitati da muri di grosso spessore, più facilmente riferibili ad un ambito a destinazione pubblica.
Le più recenti indagini, che hanno beneficiato dell’ausilio di riprese aeree e prospezioni magnetometriche, consentono oggi una visione più chiara dell’area, in attesa che vengano condotte campagne di scavo dedicate: uno spazio rettangolare lungo e stretto, delle dimensioni di più di 80 metri in lunghezza per una larghezza superiore ai 25; parallelo alla via Emilia, che lo delimita sul lato meridionale, è delineato con grande regolarità anche sugli altri lati, dove prospettano diversi edifici di grandi dimensioni, verosimilmente a carattere pubblico: tempio/templi e la basilica civile, che sembrerebbe di poter riconoscere sul lato nord, dove si legge chiaramente la planimetria un grande edificio rettangolare parallelo al foro delimitato da un’ordinata successione di fondazioni di grandi pilastri di forma quadrata.